mercoledì 17 novembre 2010

L'uomo A-vitruviano

In un itinerario antropologico-storico-sociologico questo saggio di prossima pubblicazione mostra cosa sono, da dove vengono e dove possono arrivare le cosiddette disabilità. Mostra le erronee visioni e narrazioni esistite ed esistenti sulla disabilità e indica una via per iniziare a rompere quel grande schema vitruviano che ancor oggi ci sovrasta. L’uomo a-vitruviano è da sempre l’interfaccia naturale dell’uomo vitruviano e questo saggio lo dimostra. Muovendo dai caratteri di un archetipo, qui si ricostruiscono idealtipi dove si identificano le tappe fatali che, passando per genocidi e istituzioni totali, porteranno a una grande sistemazione-collocazione imposta dai vitruviani agli a-vitruviani, agli albori dell’età moderna. Poi, tramite l’antropologia sostanziale, si potrà conoscere la vera identità antropologico-sociale dell’uomo a-vitruviano e simultaneamente dell’uomo vitruviano, quale sua sdoppiatura forzosa. Qui esordiscono neologismi, nuove categorie analitiche. Tra architettura, ingegneria, arte, linguistica. Il testo consta di parti sviluppate in forma di saggio narrativo-critico. Non è uno dei vari libri sulla disabilità ripiegati su se stessi, si tratta di un’altra – tutt’altra ‒ narrazione rivolta in primo luogo ai non disabili.

Sinossi

La condizione umana-sociale oggi definita per (erronea) approssimazione come disabilità, necessita, più ancora di prima, di conoscenza vera, narrazione adeguata. Bisogna superare i tanti, troppi ritardi accumulati dalla comunità scientifica globale a causa di un’atavica rottura di paradigma, foriera di schemi artificiosi e falsi. È giunto il momento di confutare stereotipi e congetture millenarie discendenti da un esercizio di potere su vasta scala, su di noi senza di noi. Questo lo impongono i grandi cambiamenti e le grandi velocità, le macro connessioni complesse del medesimo sistema mondo. Lo vogliono i contenuti geoculturali della nostra Convenzione ONU. Per rispondere a questo, è imprescindibile l’intervento di chi è dentro a tale condizione e simultaneamente ha acquisito un adeguato sapere scientifico. Ossia, trattiamo del profilo di uno scienziato sociale storico specialista della tematica perché compenetrato in quella condizione.
Questo sforzo consta della ri-costruzione di un percorso storico-sociale intracomunicante, ossia appartenente a un corpo unico consono all’unità d’analisi spaziotemporale world system. Tale percorso si delinea per essere segnatamente articolato e muove in primo luogo dall’identificazione antropologica, iniziando dalla necessità di ri-concettualizzare i referenti in termini di attore e… comparsa. A tale scopo siamo ricorsi ai favori semantici di una famosa immagine evocante l’uomo assoluto: “L’uomo vitruviano, simbolo di un uomo auto-legittimato a sovrastare l’uomo a-vitruviano; atto discendente da una condizione contestuale di contingente-apparente e poi viatico di sedicente normalità (intesa come superiorità) contrapposta a un’anormalità (intesa come inferiorità) resa funzionale a bisogni dell’elemento dominante”. A verifica di detto pre-supposto, muovendo dall’antropologia fisica e dall’antropologia culturale, si giunge alla ri-costruzione identificativa di un forte archetipo esiziale-vessatorio. Qui emerge la funzione dell’ambiente naturale e poi dell’ambiente organizzato inteso come agglomerato di “proto-barriere”. Nell’insieme aggregato, trattiamo di forti indicatori da innesco di tre tipi storico sociali giustapposti. Rispetto alle conseguenti costruzioni, ciò è configurabile in termini di lunghe soppressioni e abbandoni non lineari. Ciò culmina in una grande sistemazione-collocazione da custodia esemplare tramite serragli promiscui, paralleli a usi ludici multipli di classe-ceto e assimilazioni popolari da sottocultura. Qui molti saperi antichi, simultanei e successivi, s’integrarono e furono impegnati nello sviluppare, legittimare e rappresentare tale assetto. Essi formarono una continuità a lungo raggio. Grande ruolo spettò alla teologia-filosofia, all’arte e alla letteratura intese come orientamento e reiterazione di azioni. Dalla precedente costruzione si arriverà all’identificazione e poi al perfezionamento del modello malatizzante-medicalizzato, ovvero alle prime istituzioni totali tematiche. Tale grande svolta è stata imposta in forme piuttosto articolate a partire dalla fase costitutiva del sistema mondo, ovvero dalla nascita dell’età moderna, scandita dall’umanesimo-universalista avviato dall’Impero di Spagna del XVI-XVII secolo, fino al culmine stabilizzante-definitorio del diciannovesimo secolo con il positivismo. Trattiamo delle stratificazioni della nostra grande metafora distorcente da età moderna-contemporanea, lo scientismo di quelle costruzioni tassonomiche giunte fino all’odierna fase del sistema mondo. Da qui tante distorsioni calcificate, recalcitranti e ri-prodotte in molte forme e modalità geoculturali-geopolitiche. Qui, affrancato il primato egemone della medicina, le estromissioni e le modalità discorsive nell’impegno di tutte le altre scienze-discipline assume significati rilevanti. Qui si esamina cosa hanno e non hanno prodotto architettura, statistica, pedagogia, psicologia, diritto e la stessa sociologia.
Da tutto questo è emersa la necessità di reperire un’ulteriore contestualità al soggetto agente e ‒ passando per conoscenze dissonanti a carattere spontaneo, funzionanti come importanti premesse-corollari ‒ siamo giunti a focalizzare l’antropologia sostanziale nata con i saperi sociali del XVII secolo. Con questo si è avuto modo di entrare nei sistemi individuali e collettivi che regolano il soggetto, potendo finalmente accedere all’universo gnoseologico delle potenzialità e dei dispiegamenti di noi altri. Tutto questo vuol dire che siamo risaliti alle fonti identificative di ciò che caratterizza la nostra specifica diversità antropologica e i suoi contesti sociali. Si tratta della strada maestra per iniziare a rompere quel grande schema che ancor oggi ci sovrasta e possiede in tutte le dimensioni spaziotemporali: siamo alle fondamenta di una grande discriminazione tuttora vitale, sebbene (tipicamente in alcune aree-contesti) resa più latente da tanti travestimenti e doppiezze.
Da quel percorso si è operata un’identificazione di vari soggetti agenti a-vitruviani leggendo tale condizione in rapporto ai rispettivi contesti storico sociali. Si è trattato di una rassegna fra profili eterogenei rispetto ai contesti e alle attività produttive, ma tutti qualificati da un’alta capacità produttiva, una forte esemplarità e carica carismatica. Qui emerge marcatamente una grande contraddizione: “La forza lavoro degli esclusi dalla divisione del lavoro”.
A seguire è stata affrontata la questione della definizione dei concetti, ossia la necessità scientifica di liberarsi da linguaggi obsoleti, approssimati, inidonei alla formulazione di categorie analitiche tematicamente appropriate. Pertanto si è proposto un primo itinerario sociolinguistico focalizzando ciò che concerne il ceppo delle lingue romanze.
Nelle parti “conclusive” si è avviata un’ulteriore articolazione concernente le questioni tematiche attinenti alla fase odierna del sistema mondo, partendo dagli assetti ideologici e organizzativi, reiteranti inadeguatezze e modalità discriminatorie a raggiera. Qui il discorso diviene geopolitico al presente e al futuro. L’itinerario resta in fieri, le sue articolazioni riguarderanno sviluppi susseguenti tramite altri percorsi (già ben avviati), comunque propedeutici a questo.

lunedì 25 ottobre 2010

Pensieri e parole

La lettura non è mai un monologo, ma l'incontro con un'altra persona, che nel libro ci rivela qualcosa della sua storia più profonda e al quale ci rivolgiamo in uno slancio intimo della coscienza affettiva, che più valere anche un atto d'amore


Chi legge fa vivere un testo, lo realizza, mettendosi così in relazione con l'altro, con una diversità.

Leggere con piacere
Condividere il piacere della lettura, allargare la base di discussioni e confronti sui libri, tenerememoria dei passaggi di testo in cui l'autore infonde l'anima del suo messaggio.

lunedì 18 ottobre 2010

Qual è il nostro scopo

Il nostro “scopo” è quello di diffondere la lettura, “imparando a leggere”. Il primo modo che ci viene in mente per diffondere la lettura e con un “gioco”ideato in America da Ron e Kaori Hornbaker chiamato Bookcrossing (Passalibro) che si è rapidamente diffuso in tutta Europa. Noi siamo venuti a sapere dell’esistenza di questo gioco grazie al nostro prof Luigi Polito che ha proposto a noi di provarlo in prima persona. Il gioco è semplice. Quest’ultimo consiste nel prendere un libro a cui noi teniamo molto( naturalmente che abbiamo letto) e scambiarlo con un libro di un’altra persona che scambierà a sua volta il tuo libro dopo averlo letto e cosi via. In questo modo il libro sarà il “protagonista” di un vero e proprio viaggio e magari potrebbe ritornare a te con altri scambi. Il gioco non per forza deve essere compiuto tramite scambi;si può anche lasciarlo in giro magari su un bus, la panchina del parco, in un bar ecc… così chi lo trova potrà leggerlo e lasciarlo in un nuovo posto così che il libro inizi di nuovo un  viaggio.     

lunedì 11 ottobre 2010

Come è nato il gruppo

Il gruppo è nato da un'iniziativa del nostro coordinatore e scrittore, Luigi Polito per imparare a leggere con la giusta intonazione per attirare la propria attenzione e quella degli altri. L'idea è nata quando il nostro prof ci ha fatto leggere il suo libro "Il banco sopra la cattedra"e ha notato che noi non avendo la giusta intonazione non attiravamo l'attenzione dei presenti. Da qui è nata la nostra idea per il nostro gruppo.

sabato 9 ottobre 2010

Chi siamo?

Siamo studenti del liceo sociopsicopedagogico, che con la partecipazione del professore di psicologia Luigi Polito e della professoressa di latino Adele Santoro, abbiamo creato il gruppo "Crescere leggendo" per diffondere la lettura, perchè è la lettura che, più di ogni altra cosa, ci aiuta a crescere e sognare.